Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

22 set 2010

La signora delle camelie - Alexandre Dumas (figlio) (Romanzo - 1848)

"Non s'erano mai visti a Margherita altri fiori che le camelie; così dalla signora Barjon, la sua fioraia, avevano finito col soprannominarla la 'signora delle camelie', e il soprannome le rimase"

In parte autobiografico, sembra, almeno nelle premesse, un romanzo realista. Sin dalle prime pagine, infatti, sono descritte le abitudini e gli atteggiamenti esibizionisti di un'alta borghesia che stava iniziando una discesa verso i fondali della miseria morale e intellettuale. Margherita Gautier, una cortigiana libertina, che s’innamora di Armando Duval (e per lui sarebbe stata disposta a sciogliersi dalla matassa di una vita di lusso sì ma anche di brutture e malcontento), è additata dalla società borghese con quell'indice accusatorio e viziato tipico delle società ipocrite. Fino alla fine, anche quando, per patetica generosità, decide di sacrificarsi e di ritornare alla finta vita da cortigiana…
Affresco di un periodo storico ormai lontano, nelle pieghe del mantello della Storia si celano termiti sopravvissute, che nel loro rigurgito si rivelano in fondo attuali.
Scritto in prima persona da un narratore che, scevro da pregiudizi, conosce Armando e si fa raccontare l’esasperante storia con Margherita, la vicenda possiede un'intensa e passionale forza da ottocentesco romanzo d'amore, ma rimane un che di reazionario che puzza, un olezzo di decadente romanticismo, specialmente nei dialoghi, che raccapriccia e fa prudere il naso. E se il racconto si sviluppa soprattutto nei continui dialoghi tra i diversi personaggi, in effetti sono poche le pagine descrittive, si può capire quanto il prurito sia fastidioso...
Interessanti le influenze goticheggianti che spiccano per fascinazione e incanto nell’intimo quanto macabro desiderio di Armando di rivedere Margherita da morta e già in putrefazione. La descrizione quasi foschiana della malattia di Margherita, oltretutto, mi fa pensare ancora di più a questo legame con il gotico e il decadentismo.
Un romanzo per certi versi moderno, seducente magari, ma ormai sono stanco di simili storie d'amore.

2 commenti:

  1. Mi sapresti dire in quali aspetti della malattia di Margherita trovi dei legami con il decadentismo?

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  2. Salve. Le descrizioni della malattia e dell'aspetto fisico di Margherita mi ricordano, come scrivevo nel post, quelle di Tarchetti nella sua "Fosca" e quelle di Poe nella sua "Morella". I pallori, la diafanità del viso, la debolezza di Margherita, secondo me, possiedono qualcosa di ossessivo, di inquietante, di decadente appunto.
    Spero di essere stato, seppur nella brevità della risposta, esauriente.
    Salvo

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