Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

31 gen 2011

Orgoglio e pregiudizio - Jane Austen (Romanzo - 1813)

"Nel suo intimo nutriva ancora un tenero affetto per Bingley. Non essendosi mai innamorata in precedenza, il suo sentimento aveva tutto il trasporto del primo amore; e dalla sua età e dalla sua natura traeva una costanza maggiore di quella che solitamente suscitano i primi amori."

Dalla copertina poco invitante, dalle misere dimensioni delle pagine e dai caratteri minuscoli, per molti anni, un libro accantonato sulla mensola della mia libreria, triste e un po' ingiallito, ha provato ad ammiccarmi. La presuntuosa ambizione della sua azione, alla fine, si è trasformata in operazione vincente; ha avuto credito, e ora eccomi qui a parlarne. Il mio rifiuto era, lo ammetto, figlio di una preclusione. Orgoglioso, quasi mai sono stato smentito dai miei pre-giudizi, e anche stavolta, purtroppo, hanno avuto ragione.
In estrema sintesi: i coniugi Bennet sono in cerca di marito per una delle loro cinque figlie. L'occasione si presenta quando un ricco scapolo, il signor Bingley, si trasferisce in una tenuta vicino a quella dei Bennet. Jane, una delle loro figlie, alla fine sposerà il ricco scapolo. Elizabeth, sorella di Jane, invece, intelligente e ironica, che tra scontri verbali e antipatie reciproche, sposerà l’orgoglioso Darcy, è la vera protagonista del romanzo. Tutto ciò è condito da noiosi tentativi di combinare fidanzamenti, da egoismi, da ipocrisie, da invidie, da gelosie, da incontri forzati, da balli, da pettegolezzi, da smancerie, da civetterie che quasi sin da subito provocano una sensazione profonda di nausea.
Il romanzo della giovane inglese potrebbe essere letto come descrizione di uno spaccato di società e di classi sociali, alta borghesia - aristocrazia, che oggi non esistono più. Quale documento storico, insomma, ma resta pur sempre noioso e poco convincente.
È attuale solo l’idea che l'orgoglio, in cui albergano tenerezza e insicurezza, possa generare il pregiudizio.

30 gen 2011

Classifiche, un po' di numeri e facezie varie sui libri letti nel 2010

Il 2010, per quanto riguarda i libri conosciuti, goduti o detestati, è stato tutto sommato abbastanza fecondo. Scorrendo le pagine del blog, i volumi letti e commentati nell'anno appena passato sono stati 83; un numero importante (non il mio record...), ma decisamente migliorabile.
Ovviamente ce ne sono stati di più o meno interessanti, di brillanti e di pessimi, e stilarne una classifica, sempre e comunque, non è facile, ma per lo meno è divertente.  Ecco le mie liste.

I cinque libri più belli nel 2010, in ordine di importanza per me, sono i seguenti:
1. Caino

I libri più deludenti nel 2010, invece:

Anche se si intuisce già dalle classifiche di sopra, gli autori più interessanti sono stati Onfray, Saramago, Galilei, Calvino, Russell, Hume e Freud, di cui resta in verità solo la conferma della loro affinità ai miei gusti letterari e filosofici, mentre Tozzi di “Con gli occhi chiusi” è stato una piacevolissima sorpresa.
Degli autori più deludenti, invece, solo Hemingway rimane una conferma, mentre Collodi e Burroughs, di cui non avevo letto nulla, si sono rivelati insoddisfacenti e impalpabili.
Per concludere, qualche numero:
totale narrativa (romanzi, teatro e poesia): 43
totale saggistica: 40

Archivio blog