Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

18 set 2013

Il maestro di Vigevano - Lucio Mastronardi (Romanzo - 1962)

"Ho scoperto come un individuo si senta in equilibrio con sé e col mondo. Ma tutti gli altri?
Ecco, suona mezzanotte. La domenica è morta. La mia domanda finisce con tutte le altre che mi sono posto e a cui non ho saputo rispondere.
Fra questa domenica e la prossima dovranno passare centosessantotto ore, a una a una".

Il protagonista, un maestro di scuola elementare in una Vigevano che inizia a vivere il boom economico, lotta e allo stesso tempo subisce e accetta il conformismo di una società fondata sull'idea che la maggioranza vince sempre, anche se crede che la Terra sia piatta. Il maestro vorrebbe vivere sereno, lavorando, stancandosi pure, ma libero. La moglie, invece, la quale nutre profonda invidia nei confronti degli altri divenuti benestanti nel paese della ricca ma culturalmente arretrata Lombardia, lo pressa perché avverte nella povertà un senso di vergogna. Eppure, quella del maestro contro i pregiudizi che una società agiata dedita al dio denaro, è, in fondo, una lotta senza impegno. Quindi la moglie che va a lavorare in fabbrica contro il parere del marito; la descrizione di una scuola elementare di altri tempi dove la severità e il ceffone miste ad assurdi tentativi di innovazione didattica erano l'avanguardia; la decisione di non fare più il maestro e dare la possibilità alla moglie e al cognato di essere proprietari di una fabbrica; gli occhi invadenti degli altri; la nascita e la prematura morte di un secondo figlio dai capelli rossi che desta feroci dubbi di paternità al marito; la noia di un lavoro che rende economicamente ma che non impegna la mente e non ti rende libero; il ritorno a scuola; la morte della moglie che si confessa fedifraga; il figlio che scappa; la vita che è fatta di rintocchi sempre uguali dove passato, presente e futuro rimangono identici… 

È un racconto dal sapore amaro, molto forte, come la vita di tutti i giorni dove la cadenza instancabile della routine, delle abitudini che lasciano scorrere la vita senza che ce ne accorgiamo, ci corrode dall’interno.
Un romanzo sullo scorrere uguale del tempo, sulla monotonia della vita; un bellissimo romanzo, il ricordo di una giornata straordinaria, un libro da tener a mente...

15 set 2013

L'arte di essere felice - Arthur Schopenhauer (Massime - 1864)

"Ognuno vive in modo diverso, che risulta differente a seconda della diversità delle menti: in conformità con queste ultime, esso è povero, insulso, piatto, oppure ricco, interessante, significativo. Perfino la diversità che il destino, le circostanze e l'ambiente producono nella vita di ognuno è meno importante della diversità delle menti".

La felicità e il piacere, si sa, sono illusioni, abbagli su cui crediamo per non disperare, per allontanare sofferenza e dolore dalle nostre meschine vite. Ma come mettere in relazione questo assunto assoluto con una ricerca eudemonologica? Schopenhauer, maestro del pessimismo più nero e profondo, risponde con queste massime, bianche e ovattate, che si può vivere meno infelici possibile, cercando consapevolezza e serenità in un piacere interiore. Lo scopo sarebbe di eliminare il dolore (non cercare la felicità) e solo così si potrà raggiungere la quiete dello spirito, la spensieratezza. Bisogna però cogliere la consapevolezza che è la moderazione lo strumento necessario per non essere infelici. La saggezza, dunque, si fa arma preziosa. Schopenhauer suggerisce che occorre abbassare le nostre pretese di felicità, perché questa è solo un sogno e la sua spasmodica ricerca porta inevitabilmente a delle sventure. L’uso della ragione deve essere il nostro conduttore di giudizio e, annientando il dolore, potremmo vivere il presente in modo sopportabile.
Un libro di consolazione più che altro, almeno per chi ne ha consapevolezza. Non è difficile notare, infatti, come Schopenhauer sia attento a non generalizzare e identificare tutti gli uomini come uguali.

Cinquanta massime luminose raccolte in anni di studi sul pessimismo della buia realtà, in cui Epicuro suggeriva dietro un orecchio e Seneca dietro l'altro.

12 set 2013

La cultura contro il fascismo - Bertolt Brecht - André Breton (Saggi - 1935)

"Alla brutalità dei suoi sotterranei adibiti alla tortura aggiunge quella delle scuole, dei giornali, dei teatri. Educa tutta la nazione e tutto il giorno. Non ha molto da offrire alla grande maggioranza, quindi ha molto da educare. Non dà da mangiare e quindi deve educare all'autodisciplina. Non può metter ordine nella sua produzione e ha bisogno di guerre: deve quindi educare al coraggio fisico. Ha bisogno di vittime e quindi deve educare al sacrificio".

I discorsi scritti dai due surrealisti per il Congresso Internazionale degli scrittori, tenutosi nel 1935 a Parigi, hanno una matrice fortemente comunista e si scagliano contro la prepotenza fascista che in quegli anni scuoteva l’Europa.
Il primo intervento, "Come fare cadere il nemico" di Brecht, sostiene che la barbarie dei fascisti non dipende dall'uomo, ma dalla mancanza di cultura. Inoltre Brecht è convinto che questa rozzezza sia necessaria per mantenere i rapporti di proprietà. Dunque, per sconfiggere il fascismo, lo scrittore invita gli intellettuali a discutere sul rapporto di proprietà, sulla vera radice del male.
Il secondo scritto, "Azione e sogno" di Breton, invece auspica una sintesi tra la cultura spiritualista francese e quella russa. Cambiare il mondo è possibile, ma è necessario anche cambiare la propria vita.

Brevi scritti che restano nella storia, che invitano il lettore di oggi a contemplare l’altissimo valore morale della cultura e della conoscenza.

8 set 2013

Requiem - Antonio Tabucchi (Romanzo - 1991)

"Senta, disse lui, creda pure che io non sia onesto nel senso che lei dà al termine, le mie emozioni mi vengono solo attraverso la finzione vera, il suo genere di onestà la considero una forma di miseria, la verità suprema è fingere, questa è la convinzione che ho sempre avuto".

"Un'allucinazione", il sottotitolo del romanzo, è un sogno che racconta le dodici ore dell'io narrante in attesa di incontrare un personaggio misterioso. Il libro non ha un incedere lineare, i capitoli sono brevi flash onirici, dove troviamo tra l’altro personaggi di romanzo che entrano in scena, un venditore di racconti orali, un amico morto che lo porta a pranzo fuori, il fantasma del padre morto anche lui che gli appare giovane in sogno, un copista di dettagli dai quadri di Bosch, una casa e un faro luoghi di ricordi, una partita a biliardo mai giocata, una cena surreale con Pessoa.
Siamo di fronte all'irrazionalità che si tuffa a capofitto nel racconto, a un’intermittenza di ricordi, sogni e visioni intriganti. Un cocktail che parrebbe preannunciare un piccolo gioiello letterario, ma a tratti è diluito e, se non si conosce la cultura portoghese, specialmente la sua cucina, a tratti insapore.

Scritto in portoghese da un italiano, è un omaggio a Lisbona, alla cucina portoghese, a Pessoa.

2 set 2013

Schopenhauer, Thoreau, Stirner - Michel Onfray (Saggio - 2009)

"La religione è una metafisica per il popolo, ma la filosofia non deve proporsi obiettivi di questo tipo: essa deve indirizzarsi al sapere, alla ragione, all'intelligenza, e non alla fede, alla credenza, alla credulità. La filosofia vuole chiarezza, la religione alimenta l'oscurità. Ecco perché Hegel diventa il capro espiatorio di Schopenhauer".

A differenza del precedente volume in cui era il bene della collettività al centro della riflessione di Onfray, nel VI capitolo della Controstoria – dedicata a "Le radicalità esistenziali" - è l'esistenza del singolo il luogo dove ritrovare la bellezza e la felicità. E i filosofi che prende a modello insegnano l’elogio della vita vissuta nella libertà, nella possibilità di scegliere ciò che si è, senza vincoli, senza preconcetti, senza le mode imposte dalla società. Vivere la propria vita come un'opera d'arte, liberi da ogni superstizione, da ogni catena; vivere felici insomma. Ed è anche l’elogio della solitudine, della conoscenza di sé, dell’individuo, della verità.
Thoreau e il suo essere pienamente fanciullo, i suoi torrenti e laghi, il ruolo della memoria, l'avversità contro il mondo degli adulti, la battaglia tra Natura e Cultura, la sua vita sublime; Schopenhauer e il suo rapporto corrosivo con i genitori, il suo pessimismo, la sua misoginia, il suo essere scontroso e solitario, ma anche la proposta bianca dei suoi rimedi; Stirner e il suo egoismo, la sua professione di unicità, i suoi fallimenti, il suo profondo antihegelismo; sono macchine da guerra contro la banalità del gregge, esplosivi per distruggere Hegel e il suo cristianesimo mascherato da filosofia.
E in tutto questo Baudelaire e il dandismo, Feuerbach che uccide Dio, Darwin che fa nascere un uomo nuovo, sono sullo sfondo e ciascuno di loro partecipa alla preparazione del terreno che vedrà l'avvento del pensiero nietzschiano.

Ricchissimo, come sempre, di aneddoti biografici, è un consiglio, un libro di precetti per non restare nella teoria filosofica, ma per viverla in profondità. Un libro, un'opera di ricostruzione storica che, finalmente, lascia respirare!

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