Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

8 set 2013

Requiem - Antonio Tabucchi (Romanzo - 1991)

"Senta, disse lui, creda pure che io non sia onesto nel senso che lei dà al termine, le mie emozioni mi vengono solo attraverso la finzione vera, il suo genere di onestà la considero una forma di miseria, la verità suprema è fingere, questa è la convinzione che ho sempre avuto".

"Un'allucinazione", il sottotitolo del romanzo, è un sogno che racconta le dodici ore dell'io narrante in attesa di incontrare un personaggio misterioso. Il libro non ha un incedere lineare, i capitoli sono brevi flash onirici, dove troviamo tra l’altro personaggi di romanzo che entrano in scena, un venditore di racconti orali, un amico morto che lo porta a pranzo fuori, il fantasma del padre morto anche lui che gli appare giovane in sogno, un copista di dettagli dai quadri di Bosch, una casa e un faro luoghi di ricordi, una partita a biliardo mai giocata, una cena surreale con Pessoa.
Siamo di fronte all'irrazionalità che si tuffa a capofitto nel racconto, a un’intermittenza di ricordi, sogni e visioni intriganti. Un cocktail che parrebbe preannunciare un piccolo gioiello letterario, ma a tratti è diluito e, se non si conosce la cultura portoghese, specialmente la sua cucina, a tratti insapore.

Scritto in portoghese da un italiano, è un omaggio a Lisbona, alla cucina portoghese, a Pessoa.

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