Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

28 gen 2014

Dalla Val Trebbia a Krasnojarsk - Pier Luigi Carini (Saggio - 2013)

"Visto che il tempo non mancava Giovanni Tagliaferri ed i suoi compagni d'armi visitarono poi, a più riprese, la parte cinese della città. Qui le vie erano strette ed affollatissime, ricche di negozi stracolmi di merci e oggetti, spesso strani e mai visti prima".

Carini, uno storico piacentino, trascrive, ordina, commenta e contestualizza "l'odissea dimenticata di un artigliere alpino", Giovanni Tagliaferri, che ha lasciato le annotazioni della sua avventura in Estremo Oriente su un diario alla fine della Grande Guerra.
Il volume è arricchito da foto e cartoline che il soldato ha raccolto durante il suo viaggio, impreziosendo un resoconto che non dimentica una significativa microstoria ai più sconosciuta.

20 gen 2014

Sicilia dimenticata - Diego Barucco (Saggi - 2013)

"Così come altri luoghi quelle meravigliose pietre rimangono ancora lì in silenzio, in attesa che qualcuno le svegli dal lungo sonno secolare, mentre noi semplici curiosi non possiamo far altro che mostrarle e dare maggiore consapevolezza della loro esistenza prima che il tempo inesorabile le faccia sparire, cancellandole anche dalla nostra memoria".

Diego, amico fraterno con cui ho condiviso escursioni, confronti, tramonti, notti stellate, viaggi, ha messo su carta i resoconti dei suoi viaggi in una terra bellissima e disgraziata allo stesso tempo. E c'è tutto se stesso, il suo amore per questa isola che rischia il collasso della microstoria, la sua passione per la ricerca e la scoperta, il suo interesse per la storia, per la fotografia, per la musica che solo certi cieli e certi luoghi riescono a intonare. In questo "Diario di viaggio”, come da sottotitolo, leggiamo di luoghi toccanti per bellezza, fascino e spesso, ahimè, per degrado. Diego, facendosi testimone oculare, e con a tracolla la sua reflex, ha la forza delle parole e delle immagini dalla sua parte per documentare tutto ciò, con la speranza di sensibilizzare, ma anche e soprattutto per ricordare. Da buon siciliano, l'autore non può non subire il fascino della malinconia, dei ricordi, la rabbia verso l’oblio e l’incuria. Solo nella memoria, infatti, noi sappiamo dire chi siamo oggi, possiamo intravedere cosa saremo domani. Questi reportage e queste foto, nella sostanza, non sono nient'altro che un recupero di storie dimenticate, una discesa nei pozzi profondi di storie lontane il cui unico fine è riconquistare un'identità. E nel raccontare questa Sicilia, in fondo, l'autore cerca se stesso, le sue passioni, le sue fatiche dell'esistenza, le sue emozioni, la sua identità appunto.

È un libro di ricordi, di storie personali, di immaginazione, di speranza, di meraviglie, ma è anche il racconto delle fughe dalle bruttezze delle nostre città, della vita di tutti i giorni. Un libro che racconta una passione, le contemplazioni di echi lontani, sperdute nel tempo. Una passione che però si tramuta in fervore, denuncia e collera quando, accantonate le subitanee emozioni, si scontra contro la noncuranza degli uomini e della loro ignoranza.
Un diario romantico se vogliamo, che evoca e in qualche modo ripercorre le avventure degli intellettuali di fine Settecento che intrapresero il Gran Tour alla ricerca della bellezza del passato e di se stessi.

9 gen 2014

Classifica: i più belli e i più deludenti del 2013

Un altro anno se n’è andato, e come quando finisce qualcosa ci si volta indietro e si tiranno le somme, si cercano ragioni, sentimenti e si tende a organizzare i ricordi. Per molti versi è stato un annus horribilis quello appena passato, un anno dal sapore amaro, ma sono stati anche dodici mesi di libri, pochi in verità, e non sono mancate le chicche, le scoperte intriganti…
Come scrivevo, pochi libri letti quest’anno, soltanto 48; il tempo è stato tiranno, si scrive così quando si cerca una giustificazione. Ecco, come solito ormai, i cinque titoli più esaltanti dei dodici mesi appena trascorsi.

1. La confessione
2. Tonio Kröger
3. Nei mari estremi
4. Lettera di una sconosciuta
5. Il maestro di Vigevano

Dovrei inserire nella cinquina dei più apprezzati, ex equo, i soliti Nietzsche, Bukowski, Schopenhauer, Saramago; mi accontento di citarli qui. E non posso non provare riconoscenza verso Louÿs, Viganò, Frisch, capaci di regalarmi momenti preziosi.
È il turno, adesso, dei meno piaciuti. Seppur pochi, i libri del 2013 sono stati quasi tutti gustosi, per palati capaci di apprezzare i sapori forti. E non riesco a trovare titoli deludenti, inappaganti. Menziono solo Moby Dick quale capolavoro verso cui mi aspettavo molto di più e Il codice dell'anima, un testo assurdo quanto però leggibile e quindi pericoloso.
Insomma un anno povero di letture, ma di un certo spessore.

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