Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

2 mar 2015

La malora - Beppe Fenoglio (Romanzo - 1954)

"Passo più passo meno, decisi allora d'entrare in un boschetto d'arbusti di rovere, così serrato che sembrava d'entrare in uno stanzino, e schivato i primi rami mi vidi contro lo stomaco i piedi di Costantino. Era lui, anche se non ce la feci a guardarlo in faccia, il più su che arrivai con gli occhi fu il petto, dove aveva appuntato un foglietto tutto scritto".

La storia di Agostino Braida, un giovane ragazzo che lotta contro la sfortuna, è la storia della malora in cui molte famiglie si sono ritrovate dopo i disastri della guerra. Ma è anche la storia delle Langhe, i luoghi che Agostino (e lo stesso autore) vive fuori e dentro di sé. Il romanzo breve, senza capitoli e intervalli, racconta gli avvenimenti tragici che segnano, ma non vincono, Agostino: la morte del padre, la malattia del fratello, la lotta velleitaria della sua famiglia per emergere dalla povertà. Qualche speranza, è vero: l'amore per Fede (amore deluso però, quando la ragazza è promessa in matrimonio a un altro uomo), il desiderio, poi conquistato, di tornare a lavorare la terra che era del padre. Eppure è tutto vano, persino tornato a casa, Agostino sente la madre pregare che possa morire dopo la morte del figlio Emilio malato di tisi. 

Racconto di povertà, di rabbia, di rassegnazione anche; un libro semplice, con uno stile che potrebbe fare storcere il naso, che mette in risalto la difficile condizione delle famiglie contadine italiane negli anni del secondo dopoguerra.

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