Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

12 ago 2015

Metamorfosi - Publio Ovidio Nasone (Poesia - 8 d. C.)

"Fuggii così com'ero, senza vesti: le vesti erano rimaste sull'altra sponda. Tanto di più lui mi incalzava e s'infiammava, e poiché ero nuda, gli sembravo più pronta. Così io correvo, così lui mi inseguiva spietato, come le colombe fuggono con ali trepidanti davanti allo sparviero, e come lo sparviero si avventa contro le trepidanti colombe".

Nel suo poema epico mitologico, tra i più belli che siano mai stati scritti, Ovidio ha raccolto quasi enciclopedicamente i racconti mitici dell'antichità greca e romana. I quindici libri dell’opera raccontano di miti che vanno dal Caos primigenio ai tempi di Cesare e Augusto. In questa suggestiva sequenza cronologica tutto è in movimento, tutto si trasforma. L'amore, la rabbia, l’invidia, la paura, la brama di conoscenza sono i motori che spingono dei e uomini all'azione, alla metamorfosi e, spesso, alla tragedia. La concupiscenza, in particolare, è la prima protagonista. È, se vogliamo, un'analisi delle passioni quella che fa Ovidio. Feroci passioni umane che ritroviamo identiche negli dei, e i vertiginosi amori o le furenti battaglie raccontate coinvolgono tutti i personaggi dai nomi di favole antiche. Così Euridice, Dafne, Alfeo, Aretusa, Ciane, Aci si possono senza troppa fatica accostare a Giove, Giunone, Bacco, Apollo, Venere, tutti sconvolti dagli stessi brucianti tormenti.
La forza delle immagini che Ovidio riesce a evocare luccica di luce soffusa, la natura descritta è meravigliosa, rigogliosa, colma di ninfe e di cacciatori. Un luogo incantato, un palcoscenico dove innamoramenti, odi, vendette trovano la loro dimensione metamorfica e mitica. Il mito quindi che spiega la natura, il nome di un fiore, di un fiume, di un albero... Ogni cosa è viva, lussureggiante, bisognosa di raccontare la propria storia, e allo stesso tempo, spesso, vittima della vendetta.

Un libro da sorseggiare, da assaporare lentamente per sentirne sulla lingua il gusto vellutato di ogni singola storia.

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