Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

1 mag 2016

Taccuino di Talamanca - Emil Mihai Cioran (Saggio - 1966)

"Non ho conosciuto nessuna gioia che non abbia, in un modo o nell'altro, espiato. (Ho espiato ogni gioia, ho pagato per ogni piacere. Sono pari con la Sorte, ho saldato tutti i conti con Dio)".

"Il mio primo pensiero uscendo dal letto nel cuore della notte fu di andarmi a gettare in mare dall'alto della falesia. - Ma la notte era perfetta, impeccabile; mi ha semplicemente colmato".

"Nel cuore di ogni notte si apre per me un baratro".

A Talamanca, villaggio sull'isola di Ibiza, nell'agosto del '66, Cioran compone un quaderno ricolmo di sfoghi, frutto di una violenta crisi esistenziale. Sotto il sole dell'estate, e soprattutto sotto la notte dell'isola, il filosofo si disincanta, cercando di superare la conoscenza. Si muove abbandonandosi completamente a se stesso, oscillando tra il misticismo e il disinganno.
Cioran scrive un diario di pochi giorni sotto forma di pensieri abissali; i pensieri sono quelli di un uomo disperato, sprofondato nelle voragini atroci del'insonnia. E così, tra una passeggiata al chiaro di luna in riva al mare e un'altra, durante notti senza sonno che si susseguono inesorabilmente, questo instancabile visitatore della disperazione compie ogni sforzo per trovare se stesso, per cercare di soffrire serenamente.
Pochissime pagine che si leggono d'un fiato, dove ogni parola ha i colori della notte.

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