Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

15 lug 2016

Cosmo - Michel Onfray (Saggio - 2015)

"Mentre i pagani guardavano al cielo per vivere bene, per vivere meglio, per vivere in armonia con il cosmo, i cristiani lo hanno scrutato per desiderarlo e per aspirare a perdervi la propria carne fino a trasformarsi nella pura virtualità di un corpo glorioso, di un anticorpo, di un corpo senza carne, senza desideri, senza passioni, senza vitalità e senza pulsioni. Il cielo dei contadini era disseminato di segni concreti che potevano essere decifrati: bagliori, aloni, lucentezze, luminosità, nembi, scintillii, iridescenze, quarti di luna, movimenti di costellazioni, nuvolosità. Il cielo dei cristiani si è, invece, colmato di finzioni destinate a trasformare le vite dei credenti in altrettante finzioni".

Il primo volume della trilogia ancora non completa, dal titolo 'Breve enciclopedia del mondo', è un libro scritto per il padre dell'autore, scomparso da poco tempo, per ricordare l'eredità morale che gli ha consegnato. La riflessione del filosofo francese, sentita e vissuta, nasce dunque dal pensiero della morte. Vivere la morte dell'altro e la successiva elaborazione del lutto sono i pretesti per sopravvivere filosoficamente e cercare un ordine all'interno della natura. Tuttavia senza cercare soluzioni fantasiose e sofistiche propinate per millenni dalle religioni e dalle filosofie idealiste. E allora Onfray cerca, nell'esempio della vita del padre (uomo religioso ma non bigotto), di tramandare un'eredità costituita di virtù laiche e di dolcezza. Un'ontologia materialista, appunto, come recita il sottotitolo. Lo scopo è di mostrare come sia possibile un'etica senza religione, una vita filosofica degna e alta, una vita empirista, pragmatica, utilitarista, seguace di ciò che vuole la natura.
Quindi l'analisi si rivolge al tempo della quotidianità, scandita dal lavoro dei campi e da un ritmo pacato e dolce. È il tempo del vino dunque, il tempo da dedicare all'agricoltura (e quindi alla cultura); il tempo e la libertà degli zingari; delle cicale; delle piante; dello scienziato che si rinchiude in una grotta, al buio, per mesi; il controtempo del filosofo e dell'artista che si contrappone al tempo morto da riempire nei ritmi sempre uguali della quotidiana inciviltà.
Dopo, la riflessione si rivolge al concetto di vita come forza unica, che non conosce il bene e il male, che si realizza nella morte. E allora si illustra, scegliendo il Sipo Matador come archetipo, il concetto di volontà di potenza nietzschiano, o la millenaria e sempre uguale vita di un'anguilla lucifuga, o i parassiti che perseverano e trionfano per spiegare la favola del libero arbitrio. Non mancano le note di stizza contro le assurdità del pensiero antroposofico di Rudolf Steiner, o contro la moda europea di rubare e decontestualizzare l'arte africana.
Successivamente, invece, a essere preso in esame è l'evoluzionismo di Darwin e la tesi secondo cui tra gli uomini e gli animali esiste solo una differenza di grado. Qui il discorso si manifesta nello scontro tra specisti e antispecisti, tra la visione verticale giudaico-cristiana e quella che vede l'uomo animale tra gli animali. Una lotta tra una visione, quella giudaico-cristiana, che prosegue con Cartesio e l'occasionalismo di Malebranche, e una visione, quella antispecista, che si concretizza con la rivoluzione di Darwin preceduta dalle osservazioni di Meslier e Montaigne. Non potevano mancare, inoltre, considerazioni sulle teorie e gli estremismi di Peter Singer e sulle definizioni di vegetariano e vegano, sulle tauromachie e sul culto reso alla morte. 
Ecco il momento dedicato all'universo, il luogo della saggezza dove tutto risiede e ritorna. Quindi l'importanza della luce nelle religioni pagane, i richiami di questi culti nel cristianesimo, il dualismo tra la visione immateriale e inconsistente del cosmo e quella materialista e della scienza. 
E infine, Onfray rivolge un invito alla bellezza, al sublime e al confronto pascaliano tra noi e il cosmo attraverso la visione poetica degli haiku giapponesi, o la visione panteistica di Arcimboldo, della Land Art e di Friedrich, o della musica dionisiaca di Orfeo.

Un libro che definirei di autobiografia filosofica, in cui dai racconti della sua vita, nel ricordo del padre, si cerca di cogliere l'esistenza filosofica, l'applicazione di un pensiero pagano, fatto di terra e sentimento. In questa prospettiva, ancora una volta, nelle pagine del filosofo francese, la filosofia dualista, idealista, giudaico-cristiana che ha decretato l'inferiorità degli animali rispetto all'uomo, si scontra con la filosofia monista, materialista e atea che invece vede gli animali del tutto simili all'uomo e, spesso, moralmente, addirittura superiori.
Con uno stile avvincente, non ci si stanca di leggere e di gustare parole e racconti. Conosciamo, però, il pensiero del filosofo e, a parte qualche lampo di originalità, non si trova molto di nuovo.

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