Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

17 ott 2016

L'intellettuale senza patria - Emil Mihai Cioran (Saggio - 1983)

"Ad esempio, se io mi fossi completamente identificato con quello che ho scritto, non avrei scritto. Questo è il problema. Cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto essere un saggio, ma non ci sono riuscito, dunque ho scritto libri. Tutto quello che ho fatto è stato il risultato di un fallimento spirituale".

L'intervista poliedrica rilasciata da Cioran al giornalista statunitense Jason Weiss spazia dalla metafisica alla morale, dalla musica alla filosofia e alla letteratura, abbracciando tutti i temi fondamentali che caratterizzano il pensiero dell'ultimo grande filosofo "tragico": la fatalità dell'esistenza, il tempo e la noia, la storia inesorabilmente diretta verso il peggio, l'insonnia quale artefice del cambiamento di visione filosofica, il suicidio nella sua accezione positiva, Dio come illusorio compagno nei momenti di estrema solitudine, la malvagità insita nell'uomo. In queste pagine, il filosofo crepuscolare confessa la sua ricerca ossessiva e velleitaria dell'atarassia. La filosofia, che si scontra con l'irascibile temperamento dell'essere uomo, diventa quindi atto esistenziale, atto consolatorio nel senso dell'esperienza che non lascia sparire il dolore ma che lo lascia sussistere e lo contempla. Eppure nelle sue parole sempre tragiche emerge chiaramente il disincanto verso la filosofia...
Siamo di fronte a una breve summa del pensiero di Cioran, intima però, costellata di aneddoti divertenti stuzzicati dalle ben predisposte domande di Weiss.

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