Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

13 feb 2018

La speranza è più della vita - Emil Mihai Cioran (Saggio - 1985)

"A me interessa solo l'io, l'io assoluto, il creatore. L'esser-soli con il nulla oppure con il tutto, questo dialogo forse impossibile. Può darsi sia solo un monologo, ma gli unici stati che sono importanti per me, che giustificano la vita, sono questi attimi, quando non c'è nient'altro che l'io, il tutto, il nulla, come lo si voglia considerare". 


Le risposte di Cioran all'intervista radiofonica del giornalista tedesco Paul Assall sono preziose perché nella loro brevità sintetizzano il pensiero del filosofo in modo preciso e chiaro. In particolare, il tema portante è quello della storia, dell'uomo e della loro stretta correlazione. Secondo Cioran, noi siamo condannati a non realizzarci mai; nessun miglioramento morale, nessuna evoluzione della società davanti al nostro orizzonte, solo un'implacabile discesa verso il peggio. Siamo destinati, tragicamente, a fallire, ne dobbiamo prendere atto; solo in questa presa di coscienza, nella sua intrinseca rassegnazione, possiamo permetterci di sperare di salvarci. L'uomo nasce già malato, è nella sua ontologia.
Così come le civiltà sono malate, ma non in senso patologico, bensì in senso storico. E l'Occidente ha fatto il suo corso, è stanco, non ha più alcun ruolo storico e si sta spegnendo come un malato terminale. La morte appare quindi come la soluzione al peggio. Ecco perché non c'è in Cioran nessun vero interesse per la storia contingente o per la politica, ma soprattutto per il suicidio e per la sua possibilità di scelta della morte. 
In appendice, è possibile leggere un breve e curioso scambio epistolare tra Cioran e Assall, da gustare con l'occhio dell'appassionato.

È un Cioran maturo, disincantato, in cui il nichilismo si fa puro, senza slanci emotivi, o preoccupazioni legati alla giovinezza (anche se non mancano elementi biografici che quasi sembrano trasparire un che di malinconico...). Un breve libretto sulla decadenza, in fin dei conti.

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